Il letterato e la città

Cultura e istituzioni nell'esperienza di Scipione Maffei

a cura di ,

Share
Condividi

«Vedesi l’uomo nato nobile nella critica libera, franca, spregiudicata ed originale, ed anche nella ragionevole e spregiudicata morale teologica del marchese Maffei; nello stile originale, nel modo individuale di pensare e di poetare, nel tuono ardito e sicuro, nella stessa fermezza e forza d’opinion religiosa»: così, riferendosi al grande erudito e letterato veronese significativamente accostato in analogo contesto a Galileo, pure di nascita nobile, Giacomo Leopardi indicava nell’appartenenza al ceto nobiliare non tanto una congenita superiorità intellettuale connessa con uno status sociale irreformabile, quanto l’inclinazione al libero gioco dell’intelligenza all’interno di un impegno culturale aperto alle istanze civili. Consapevole di questo suo ruolo, Maffei seppe avvalersi della sua condizione per richiamare a unità d’intenti la nobiltà d’Italia e quella veronese in particolare, con l’obiettivo di perseguire obiettivi culturalmente qualificati. Determinante fu la sua azione all’interno dell’Accademia Filarmonica di Verona, sia nella costruzione del Teatro, sia nell’ideazione e nell’allestimento del Museo Lapidario: il busto che l’Accademia dedicò a lui ancora vivente è testimonianza di un pieno riconoscimento del suo ruolo in seno alle istituzioni cittadine. Il volume, che riunisce contributi di studiosi di diversa formazione e competenza, intende anche documentare lo stato degli studi maffeiani all’inizio del nuovo secolo.

  • Anno: 2009
  • Formato: 15,5 x 23 cm
  • Pagine: 292
  • Rilegatura: brossura
  • ISBN: 9788883145247
  • Prezzo: 12,50 €