Il Vajont e le responsabilità dei manager

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Il giornalista Armando Gervasoni sapeva molte cose del Vajont. Dalla redazione bellunese del «Gazzettino» aveva iniziato a occuparsi della grande diga – in quegli anni in costruzione tra gli inni al miracolo ingegneristico e a quello economico – e degli allarmi al pericolo che lanciavano disperati e inascoltati gli ertani. Nel 1963, prima del disastro, aveva quasi condotto a termine un romanzo ambientato in quei luoghi, in cui il senso di un’imminente catastrofe rivestiva un ruolo fondamentale.
Poi la tragedia.
Gervasoni scrive, facendosi inquisitore, un nuovo libro che appare soltanto nel 1967 con il titolo Le ombre di Erto e Casso e resta un documento unico nel suo crudo realismo. In questo libro, spietatamente sincero, parte dal disastro ma si proietta nel presente dei mesi del dopo Vajont, quando si parla di ricostruzione, di sete di giustizia non saziata, ma anche di superstiti che vivono storditi di sussidi, che non vedono un futuro, che ripiegano su sé stessi, dei bar di Longarone e dei soldi che girano.
Nel 1969 il libro viene ripubblicato dall’editore milanese Bramante nella versione qui riproposta, con un’ampia parte introduttiva (datata 1968), nella quale l’autore ricostruisce le vicende emerse in seguito alle inchieste e alla vicenda giudiziaria, e un post scriptum, segnato dalla stessa amarezza, sugli sviluppi successivi. Gervasoni non fece in tempo a vederlo stampato, perché nel 1968 perse tragicamente la vita in un incidente stradale, a trentacinque anni.

Recensione di Chiara Roverotto su «Il Giornale di Vicenza», 8 ottobre 2023

  • Anno: 2023
  • Formato: 12 x 20 cm
  • Pagine: 228
  • Illustrazioni: in bianco e nero
  • Rilegatura: brossura
  • ISBN: 9788855202190
  • Prezzo: 14,00 €