Cime irredente

Un tempestoso caso storico-alpinistico

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Cime irredente è l’ironico e coinvolgente ritratto di famiglia di una sezione del Club alpino italiano, che dal 1883 a oggi ha riunito nobili austroungarici, famosi scrittori, massoni di spicco, alcuni ministri di Mussolini, una decina di partigiani diciottenni, ebrei e antisemiti, eroi e delatori, tutti uniti dalla comune passione per la Montagna. Lo ripubblichiamo perché questo inconsueto racconto di confine tra storia e alpinismo continua a essere attuale in questi nostri tempi inquieti. Teatro dell’azione è il territorio di Trieste, ritrovatosi prima austroungarico, poi italiano, inglobato nel III Reich, occupato dalla Jugoslavia comunista, dagli angloamericani, e infine smembrato tra Italia e Jugoslavia. I protagonisti di queste vicende storiche esploravano insieme le grotte del Carso o sfidavano le Dolomiti come fratelli. Ma quando la Storia bussò anche alla porta del circolo, Caino tradì Abele fino alle estreme conseguenze: le fucilazioni, la Risiera di San Sabba, le foibe. Colpa delle paure quasi ancestrali, delle vendette, che coinvolsero i nostri padri e che essi non ci hanno raccontato; ed è forse anche per questo che sembrano ritornare inspiegabilmente alla luce. I componenti della “famiglia alpinistica” triestina si divisero soprattutto sul modo d’intendere il patriottismo e la convivenza con gli altri popoli, che alcuni chiamavano “allogeni” o “inferiori”. Così fu di loro e di alcuni dei loro figli – compreso l’Autore – in un’Europa dove il passato stenta a togliere il disturbo.

«Scheletri nell’armadio, ardori veri e finti, eroismi e conversioni di una città di confine in una scrittura accattivante dal tono diaristico-narrativo» (Ernesto Galli della Loggia su «L’Espresso» del 6/2/1997).

«E I’Alpe mormorò: non passa lo sloveno. La storia di una battaglia pro e contro i nazionalismi di frontiera, una ricerca storica, che termina in un tribunale civile; è anche il sogno di un’idea di tolleranza fra i popoli» (Gilberto Finzi, «Corriere della Sera», 27 febbraio 1997).

«Un avvincente, crudele, divertente racconto» (Franco Panizon, «La Gazzetta del Mezzogiorno», 15 settembre 1996).

«Si dice che la montagna affratelli, ma il libro dimostra che le cose vanno un po’ diversamente» (Franco Brevini, «Panorama», 1 agosto 1996).

«Senza Cime irredente il mio Point Lenana sarebbe stato molto diverso» (Wu Ming 1, maggio 2013).

Scarica il podcast dell’intervista a Livio Isaak Sirovich in “Libri a Nord Est” del 23 novembre 2019, radio Rai del Friuli Venezia Giulia.

Recensione di Luciano Santin su «Messaggero Veneto», 27 gennaio 2019

Recensione di Pietro Spirito su «Il Piccolo», 26 marzo 2019

Segnalazione su «Primorski dnevnik», 27 marzo 2019

Recensione di Luca G. Manenti su «Il Ponte rosso», aprile 2019

Recensione su «Pagine ebraiche», aprile 2019

Recensione di Pietro Crivellaro su «Il Sole 24 ore», 1 settembre 2019

Recensione su «Primorski», 5 gennaio 2020

Recensione di Melania Lunazzi su «Meridiani montagne», luglio 2020

  • Anno: 2019
  • Formato: 12 x 20 cm
  • Pagine: 432
  • Illustrazioni: in bianco e nero
  • Rilegatura: brossura
  • ISBN: 9788883149696
  • Prezzo: 18,00 €